Alla scoperta della Pet Therapy

L’idea che l’animale abbia in sé dei poteri curativi ha alle spalle una lunga tradizione popolare: l’artrosi si può curare tenendo con una mano una rondine e con l’altra la parte malata del corpo; per guarire dall’insonnia bisogna legare una scrofa in fondo al letto... e così via. Questa visione dell’animale curatore o che prende su di sé i malanni è confinata nei racconti popolari e non sta certo alla base della terapia assistita da animali.

 

L’uomo, fin dalla sua origine, è ricorso al loro aiuto nei lavori dei campi, sia come protettore dei beni della casa, come fonte di studio, come musa ispiratrice, come compagno di vita, venendosi così a sviluppare un forte legame ed una forma di dipendenza dall’affetto, che gli esseri non umani sono in grado di dare. Dalla metà degli anni ‘60 sono iniziate in molti Paesi europei e nordamericani specifiche esperienze di interazione uomo-animale applicate alla didattica ed all’assistenza, progetti che coinvolgono l’animale per favorire l’apprendimento, l’integrazione, la guarigione e il benessere. Poi negli anni 80 vengono messi a punto dei protocolli di attività di relazione uomo-animale e vengono effettuate ricerche sulle evidenze cliniche delle valenze referenziali. Successivamente gli studi hanno portato all’approccio “zooantropologico” della pet therapy.

 

Questo approccio si basa sul valore della relazione con l’animale. Per il cane siamo tutti uguali: belli o brutti, di qualsiasi colore di pelle, sani o malati, a quattro, a due o a tre zampe; ci guarda, ci studia e ci accetta per quel che siamo, sente il nostro umore, capisce che cosa stiamo per fare, se siamo tristi o allegri ed è per questo che la relazione con lui non può essere che sincera e sana. L’incontro con il pet ha un significato formativo, offre occasioni per esperienze conoscitive, dà luogo a possibilità di auto-apprendimento, nelle attività con i ragazzi dà loro una spinta alla partecipazione e alla collaborazione, all’attenzione e alla sensibilità, promuove i processi di autostima, crea occasioni di buonumore, diminuisce lo stress.

 

Il fondamento, su cui le attività con i pets si basano, sta nel fatto che l’animale suscita emozione, promuove la motivazione relazionale, ludico-cognitiva, dà affetto, incentiva l’interscambio affettivo e simpatetico. Tutti i bambini sono attirati dagli animali, in quanto fanno parte del bagaglio culturale umano e proprio per questo, fin dall’infanzia, sono in relazione con loro attraverso pupazzi, libri, cartoni animati e giochi, di conseguenza piacciono, divertono e attraggono la loro attenzione. Diretta conseguenza di ciò è che, attraverso la relazione con essi in un contesto preciso, diventa facile far passare dei messaggi positivi a quei ragazzi con determinati problemi comportamentali.

 

Nelle scuole molte possono essere le attività assistite dagli animali rivolte ad aiutare bambini ad apprendere o semplicemente essere utilizzate per rendere divertente un argomento noioso o difficile attraverso l’interazione del cane. Ad esempio vengono in aiuto con i bambiniiperattivi o con deficit di apprendimento, perché la simpatia di un cane, la necessità di rispettarlo e di comprenderne la diversità, sono complici nello stimolare il piacere di osservare, di concentrarsi e di ascoltare l’altro! Nelle Case di riposo o con i malati di Alzheimer l’ingresso del cane suscita emozione, porta a ricordare il passato, l’accarezzarlo favorisce il rilassamento, stimola la persona a raccontare di sé e ad uscire dall’isolamento in cui il malato si chiude. In questi casi l’obiettivo, che ci si prefissa, è molto semplice: dare un momento di sollievo e di piacere a queste persone, sollievo che permette loro di accettare la situazione, ma anche semplicemente di interrompere i pensieri negativi per prestare attenzione a qualcosa di piacevole e coinvolgente Molti sono gli studi su ragazzi autistici, che, attraverso il cane, riescono ad aprire un canale di comunicazione con il mondo esterno, aiutando in questo modo le cure praticate per questa patologia. Pet therapy è un percorso definito da un progetto per un determinato fruitore per raggiungere un preciso obiettivo.

 

I progetti di attività o terapia assistita da animali sono studiati da un’équipe formata da persone competenti: professori, psicologi, medici, educatori, veterinari, pet operator ed i cani devono aver superato un percorso educativo specifico al termine del quale sia stata conseguita certificazione di idoneità allo svolgimento di tale professione. Ci sono varie tipologie di attività di relazione con il pet in funzione dell’obiettivo prefissato.

 

In didattica si preferiscono le attività referenziali, dove ci si riferisce all’animale o all’eterospecifico in generale senza che esso sia presente e il cane può essere portato in classe solo a conclusione del progetto, dopo che i bambini hanno appreso il corretto modo di comportarsi alla presenza di un soggetto diverso da loro ed hanno imparato a rispettarlo per quello che è. Ancora le attività di relazione possono essere osservative: il fruitore guarda quello che fa il cane e lo commenta, lo descrive, lo usa come volano per ricordare e parlare di sé.

 

Ci sono, poi, attività interattive, in cui c’è il contatto con il pet: approcciarsi a lui, accarezzarlo, attirare la sua attenzione, svolgere attività gestionali cioè occuparsi dell’animale: dargli cibo, portarlo a spasso, pensare di cosa potrebbe aver bisogno.

 

a cura di Vittoria Pavoni

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